Australia: Rapporto del Senato.

Stefano Capaccioli

La comunità giuridica che segue il Bitcoin, fin dalla sua nascita si divide nella dicotomia di chi da una parte concepisce il bitcoin come una commodity e chi invece dall’altra lo intende come una “currency”.
Della settimana scorsa è la notizia che la Commissione Finanze del Senato Australiano, ha presentato una proposta di Legge per classificare il bitcoin come una valuta, e nello specifico una valuta digitale.
Questa è uno stralcio del parere della commissione: “The committee is of the view that digital currency should be treated as money for the purposes of goods and services tax. As such, the committee recommends that the government consults with the states and territories to consider amending the definition of money in the A New Tax System (Goods and Services Tax) Act 1999 and including digital currency in the definition of financial supply in A New Tax System (Goods and Services Tax) Regulations 1999.”
E’ curioso il fatto che esattamente ad un anno di distanza dalla pronuncia dell’agenzia fiscale australiana (ATO) che aveva classificato bitcoin a fini GST (Goods and Services Tax) come commodity e rendendolo quindi imponibile, emerga la necessità di modificare la legislazione per escluderlo da tassazione indiretta.
Probabilmente questa inversione di marcia è dovuta al fatto che la più grande impresa nel settore dei Bitcoin, CoinJar, sei mesi fa sia sia trasferita nel Regno Unito, dove appunto si considera bitcoin come valuta e di conseguenza esente da tasse.
Per arginare un plausibile esodo all’estero delle imprese che operano in Bitcoin, un Senatore Labour Australiano dichiara: “Le opportunità per il commercio, gli investimenti, gli stipendi elevati e le alte competenze nel mondo sono molto più importanti [di qualsiasi potenziale perdita di entrate], ed esorto tutte le autorità affinché si possa attuare questo cambiamento di catalogazione.”
Inoltre aggiunge: “Senza dubbio, il vantaggio principale sarà la fiducia e la certezza che la rimozione della GST fornirà ai nostri imprenditori digitali, e le imprese straniere che vorranno lavorare qui.”
Se approvato, il cambiamento porterà la posizione dell’Australia sulla tassazione Bitcoin in linea con quello del Regno Unito (e dell’Avvocato Generale nella causa C-264/14).
Un altro problema di natura fiscale riguarderebbe se intendere il bitcoin esclusivamente come currency (moneta) digitale oppure come valuta estera e che quindi rientrerebbe nella tassazione riservata alle valute straniere (FBT e CGT) secondo l’Ufficio fiscale australiano.
Questa interpretazione però postula il fatto che qualche Stato nel mondo abbia deciso di adottare il bitcoin come moneta a corso legale (legal tender), scelta che attualmente non è stato fatta ancora da nessun Paese.
http://www.aph.gov.au/Parliamentary_Business/Committees/Senate/Economics/Digital_currency/Report

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