BITCOIN E CRIPTOVALUTE: LA PARTITA DEL FUTURO SI GIOCA QUI

Stefano Capaccioli

Il 31 maggio in Torino, grazie alla prodiga organizzazione di OraLiberale, si è svolto un incontro tra i massimi esperti presenti in Italia in tema di bitcoin e criptovalute in generale.
Ne è emerso, a sorpresa per chi come me rimane fossilizzato sul tessuto della micro e piccola impresa produttiva nostrana, un mondo di giovani ed estremamente dinamici imprenditori dell’ICT: strutture estremamente flessibili e innovative stanno sorgendo rapidamente ripercorrendo quel solco pionieristico del saper fare impresa e commercio che da sempre ha caratterizzato la storia dell’economica italiana, quella capacità tipicamente italiana tale da elevare nel gotha dell’economia mondiale un Paese sostanzialmente privo di materie prime e di risorse energetiche.
Purtroppo, a causa di tutti i problemi causati dal malgoverno degli ultimi 30 anni l’Italia non è più l’ambiente ideale per questo tipo di operazioni. Le difficoltà burocratiche, la forte contrazione finanziaria, la farraginosità amministrativa e i costi connessi alle inefficienze dell’intera macchina statale sono il freno alla possibilità che il nostro Paese, ricco di eccellenze intellettuali, possa divenire la Silicon Valley dell’Europa.
Conferma di questa inadeguatezza, è il caso delle monete digitali crittografate, di cui il bitcoin è la declinazione maggiormente diffusa; la mancanza di regole certe desumibili da una normativa specifica o, quantomeno, da un interpretazione autentica del legislatore, in connubio al sistema fiscale più pressante dell’intera area EU, risultano essere la causa principale della volontà espressa di delocalizzare tali piccole (per ora) eccellenze tutte tricolore.
Vedere, quindi, ragazzi poco più che ventenni, residenti esiliati in Paesi più imprenditorialmente accoglienti, fa male. Fa male a chi ancora vuole scommettere sul futuro della nostra Nazione.
Fa male, ancor più, perché si deve ammettere che la scelta di difendersi da uno Stato miope e biecamente reprimente fuggendo oltre confine è l’unica soluzione possibile per realizzare le proprie ambizioni. Le nuove generazioni ne sono consapevoli e con una serenità sconcertante accettano l’idea che casa sia dove tornare per le feste comandate e ritrovare la lasagna di mamma. Nulla più.
Pochi giorni fa abbiamo assistito allo sfoggio delle migliori menti in materia di mezzi di pagamento del futuro; abbiamo toccato con mano un pezzo di quel che sarà il mondo di domani e per farlo non siamo dovuti andare a cercarlo in altre zone del pianeta dove governi maggiormente lungimiranti scommettono su tali eccellenze. Lo abbiamo fatto qui, sul suolo del territorio italiano in una piccola sala convegni nel centro di Torino . Perché, per quanto l’Italia sia bistrattata e ripudiata, abbiamo ancora una scuola in grado di diffondere la cultura del saper fare e del saper innovare.
L’azione del Legislatore* equivarrebbe ad una chiusura intempestiva del recinto quando ormai i buoi sono fuggiti e sarebbe l’ennesimo errore di una classe dirigente che pare anagraficamente troppo primitiva per comprendere il domani. Pensare, come troppo spesso accade, di trovare una nuova risorsa da spremere a breve termine e reprimere fiscalmente un settore che non si comprende, se non per il gettito impositivo che potrebbe generare, sarebbe ulteriore motivazione per allontanare le prospettive di un florido futuro per questo Paese.
Allora, l’appello che dobbiamo lanciare ai nostri governanti è che, per una volta, messa da parte la famelica voracità del leviatano amministrativo, porgano un orecchio alle richieste di chi vuole costruire un futuro.
Aver coscienza che, qualsiasi cosa accada, le nostre giovani menti realizzeranno i propri progetti ovunque troveranno un terreno fertile per impiantarsi, sia da monito per agire responsabilmente.
Vedi http://www.brunoleonimedia.it/public/Focus/IBL_Focus_234-De_Caria_Burlone.pdf
 

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